Indagare vissuti di isolamento ed alienazione verso di sè e verso gli altri

A fare da specchio ad una società in cui l’apparire e il mostrarsi sembrano essere fondamentali nel proprio modo  di proporsi agli altri, si moltiplicano i fenomeni di ritiro sociale ovvero quei comportamenti in cui un individuo sembra chiudersi al mondo rinunciando alle interazioni con gli altri  se non entro rigide possibilità. Problemi come  la depressione – intesa come incapacità di desiderare – o il fenomeno dei cosiddetti “hikikomori”, giovani e meno giovani che trascorrono le giornate dentro la propria camera ad interagire tramite internet: giocando, scrivendo con altri o esplorando le possibilità della rete – spesso nascondono un bisogno di comunicare un disagio per il quale non si trovano parole, un rifiuto a stare entro i rapporti ed entro i contesti di vita vissuti come minacciosi.

L’isolamento richiama ad una dimensione mitica, un’isola entro la quale non è necessario confrontarsi con i contesti di appartenenza, la famiglia, la scuola, gli amici, il lavoro, ma si può piacevolmente sottrarsi a questi rapporti. Comporta però un costo, spesso doloroso, in termini di solitudine, depressione, e di rinuncia di possibilità. Lo studio Samarcanda propone di esplorare il significato soggettivo di questi comportamenti.

A fare da specchio ad una società in cui l’apparire e il mostrarsi sembrano essere fondamentali nel proprio modo  di proporsi agli altri, si moltiplicano i fenomeni di ritiro sociale ovvero quei comportamenti in cui un individuo sembra chiudersi al mondo rinunciando alle interazioni con gli altri  se non entro rigide possibilità. Problemi come  la depressione – intesa come incapacità di desiderare – o il fenomeno dei cosiddetti “hikikomori”, giovani e meno giovani che trascorrono le giornate dentro la propria camera ad interagire tramite internet: giocando, scrivendo con altri o esplorando le possibilità della rete – spesso nascondono un bisogno di comunicare un disagio per il quale non si trovano parole, un rifiuto a stare entro i rapporti ed entro i contesti di vita vissuti come minacciosi.

L’isolamento richiama ad una dimensione mitica, un’isola entro la quale non è necessario confrontarsi con i contesti di appartenenza, la famiglia, la scuola, gli amici, il lavoro, ma si può piacevolmente sottrarsi a questi rapporti. Comporta però un costo, spesso doloroso, in termini di solitudine, depressione, e di rinuncia di possibilità. Lo studio Samarcanda propone di esplorare il significato soggettivo di questi comportamenti.