Il disagio psichico prima ancora di essere per molti un’esperienza concreta di sofferenza quotidiana è una tematica che ha sempre interrogato l’uomo, il quale lungo il corso di varie culture e civiltà, ha provato di volta in volta a dargli senso, a comprenderlo, trasformarlo. Il disagio psichico talvolta si cristallizza in sintomatologie che la persona o la società si vivono come più o meno gravi. Queste sintomatologie con la loro pressione costante interrogano l’uomo: interrogano chi le vive in prima persona giorno per giorno, interrogano chi con quella persona ha a che fare quotidianamente, gli eventuali specialisti chiamati ad occuparsene, ed attraverso la cronaca, i dibattiti e la legislazione, interrogano le società e le culture di cui facciamo parte, che con quel disagio e con i sintomi da esso scaturiti stanno in rapporto.
Un desiderio comune e comprensibile di chi si trova a vivere una forte sofferenza mentale è quello di sbarazzarsene il più velocemente possibile, invocando talvolta un precedente stato di ‘normalità’. Ma la pratica e la ricerca clinica hanno messo in evidenza come la strategia di occuparsi unicamente del sintomo sia fallimentare e alla lunga controproducente. In alcune situazioni rimane possibile temporaneamente sbarazzarsi dei sintomi, ma se non ci si interessa del senso soggettivo che questi hanno per la persona, quell’esigenza di fondo che ha costruito il sintomo troverà una nuova strada, tornando a manifestarsi talvolta in nuove forme, ma con il medesimo carico di disagio.
La psicoanalisi si propone di accompagnare chi sperimenta della sofferenza psichica in un lavoro di costruzione di significato attorno a questa sofferenza. Tramite questo lavoro diventa possibile dare un diverso sviluppo a quelle esigenze che non avendo in passato trovato altre possibilità si sono organizzate in un sintomo adattivo, talvolta vissuto con disagio nei confronti di se stessi o del mondo, come ad esempio possono essere gli attacchi di panico, dei comportamenti autolesionistici, dei desideri pedofili o dei legami di dipendenza verso altre persone, sostanze o verso il gioco d’azzardo. Come Studio Samarcanda proponiamo un lavoro che ha l’obiettivo di restituire ad ogni sintomo una sua storia, scoprendo come questa intrecci e riguardi la nostra. La costruzione di senso attorno ad un sintomo diventa conoscenza di se stessi, che nel suo approfondirsi può progressivamente trasformare la sintomatologia ed il disagio iniziale.
Il disagio psichico prima ancora di essere per molti un’esperienza concreta di sofferenza quotidiana è una tematica che ha sempre interrogato l’uomo, il quale lungo il corso di varie culture e civiltà, ha provato di volta in volta a dargli senso, a comprenderlo, trasformarlo. Il disagio psichico talvolta si cristallizza in sintomatologie che la persona o la società si vivono come più o meno gravi. Queste sintomatologie con la loro pressione costante interrogano l’uomo: interrogano chi le vive in prima persona giorno per giorno, interrogano chi con quella persona ha a che fare quotidianamente, gli eventuali specialisti chiamati ad occuparsene, ed attraverso la cronaca, i dibattiti e la legislazione, interrogano le società e le culture di cui facciamo parte, che con quel disagio e con i sintomi da esso scaturiti stanno in rapporto.
Un desiderio comune e comprensibile di chi si trova a vivere una forte sofferenza mentale è quello di sbarazzarsene il più velocemente possibile, invocando talvolta un precedente stato di ‘normalità’. Ma la pratica e la ricerca clinica hanno messo in evidenza come la strategia di occuparsi unicamente del sintomo sia fallimentare e alla lunga controproducente. In alcune situazioni rimane possibile temporaneamente sbarazzarsi dei sintomi, ma se non ci si interessa del senso soggettivo che questi hanno per la persona, quell’esigenza di fondo che ha costruito il sintomo troverà una nuova strada, tornando a manifestarsi talvolta in nuove forme, ma con il medesimo carico di disagio.
La psicoanalisi si propone di accompagnare chi sperimenta della sofferenza psichica in un lavoro di costruzione di significato attorno a questa sofferenza. Tramite questo lavoro diventa possibile dare un diverso sviluppo a quelle esigenze che non avendo in passato trovato altre possibilità si sono organizzate in un sintomo adattivo, talvolta vissuto con disagio nei confronti di se stessi o del mondo, come ad esempio possono essere gli attacchi di panico, dei comportamenti autolesionistici, dei desideri pedofili o dei legami di dipendenza verso altre persone, sostanze o verso il gioco d’azzardo. Come Studio Samarcanda proponiamo un lavoro che ha l’obiettivo di restituire ad ogni sintomo una sua storia, scoprendo come questa intrecci e riguardi la nostra. La costruzione di senso attorno ad un sintomo diventa conoscenza di se stessi, che nel suo approfondirsi può progressivamente trasformare la sintomatologia ed il disagio iniziale.